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venerdì 4 ottobre 2013

IL POTERE DEL PENSIERO E DELLA PAROLA CHE NON MENTA

Il potere del pensiero e della parola,  che non Menta
Per ascolto solo audio corrispondente clicca quì sopra 
" Martedì 11 novembre mattina file copia di ABR 6.waw  40° min Si sente un suono particolare poi S che canta “in paradise” AD ( KATIA ) la incalza con tono innaturale da bambola meccanica Ah_bèdèlta_dàì” Sabrina con voce infantile e anomala “ che fai ?! "
Pomeriggio dell’11 Novembre 2008 dalle ore 19 c.a. FILE ABR7.waw al minuto 7 c.a S. " je piaccio" con cantilena parlata musicaleggiante al min 7 e 14 sec  bambino di  di sesso maschile esclama a voce chiara tra l’incredulo e l’ammirato, mentre S. si è appena allontanata è in cucina “ quant’è bella …. posizionato dinanzi al computer portatile .
Dal m 37 e10 s. il gruppo avvisato si allontana rapidamente "ah ecco… torniamo indietro. ritorniamo indietro .. capito ?!"  S. alla frase interrogativa ultima risponde con due  " sì ... sì" pronunciati con tono àtono da automa ed ancora l'altro uomo nel gruppo  “ Se torniamo indietro non c’è nessuno ?! “ alla richiesta interrogativa con accentuazione ultimativa Sabrina  risponde con altri due" sì ... sì" pronunciati con tono da automa. L’uomo prosegue “ Il resto a domani “ ..con pronuncia assertiva “ Fai la parte “ sempre con pronuncia assertiva e accentuazione sonora a salire verso l’alto. . .Vi sono di seguito altre frasi ed ordini tra cui “ dobbiamo apparire ?! dobbiamo apparire dobbiamo riapparire ?!?!“” dati in rapida ed affrettata sequenza e ulteriori sì ripetuti da Sabrina  con tono àtono in cadenza a fronte di ogni richiesta e frase dell’interlocutore . Prima che se ne vadano in fretta S chiede " dove andate ?!?! " con voce infantile e inconsapevole ( abitano lì e sopra e sotto ) . L'uomo poi rassicura il gruppo concitato con tono professionale e autorevole  " con calma .. per venire ci chiama .." 


  


Il  potere del pensiero e della parola,  che non MENTA

di Paolo Ferraro 

"La parola è un gran dominatore che, con un corpo piccolissimo e invisibile, è capace di compiere imprese divine". Gorgia, Encomio di elena, 8. 

Il potere della parola e della mente, come atto di analisi e verità, esiste ed è temuto. 
Noi dobbiamo armarci insieme, in modo stabile, di questo potere che ci rende uomini e donne veri : un potere che la stessa massoneria ha svuotato di valore e significato per le genti. 
E che svuota incessantemente anche fingendo di informare e persino controinformare , usando protocolli e strategie ormai scoperte, manipolando vicende e inventando e creando false analisi, false vicende e false realtà , persino. E nascondendo e riservando conoscenze e scienza a circuiti ristretti e controllabili.
LA PAROLA non è certo solo manipolatoria od espressiva di sensi e sentimenti ordinari o di schemi ideologici parziali e "nominalistici ". ( indico un nome e intorno ad esso creo un mito fosse anche positivo, che depaupera persino la analisi che vi è dietro - antisignoraggismo di risulta schematico- e così confondo e faccio confondere il fine storico politico con gli l'obiettivi e gli strumenti ed analisi intermedi, invece necessari per poter mutare stabilmente rapporti di forza e disaggregare le strutture degli apparati deviati su cui si fonda il potere reale sommerso. Un potere strumentale ma anche concreto che conta eccome, sennò non lo avrebbero costruito e non avrebbero gestito una sotterranea proliferazione di strumenti, persone , realtà agevolate e coperte ) .
LA PAROLA che dice solo "vogliamo questo " è ingannevole se non si accompagna al come ed in che modo e se non indica cosa occorre fare per poter realmente raggiungere "questo e quello " , e non analizza gli ostacoli e pericoli concreti e reali che si frappongono, e non indica come eliminarli, con quali forze, con quali tempi e come, e se non opera per reperire con una analisi attenta persone e forze sane e di buona volontà e se non opera altresì per aprire coscienze e diffondere anche il metodo della conoscenza . 
Quella parola è insignificante , impotente e illusoria e persino consolatoria e fallace : può essere messa in bocca a tutti.
 Tutto può così esser detto, senza rischi per chi gestisce il potere reale deviato ( c'è anche la categoria del potere sano e legittimo ) , e nessuno correrà mai alcun pericolo se si limiterà a quelle parole ed a quell'uso del pensiero e della parola. 
IL POTERE DELLA PAROLA E DELLA MENTE quando è anche totale e guarda insieme le varie realtà, è un potere " autorevole " e lotta contro i vari poteri "autoritari" della parola, e si differenzia perchè ciò che viene detto è verificabile, valutabile in concreto, non è suggestivo , ipotetico, illusorio, apodittico ( non afferma con la parola in sè, senza provare e senza dimostrare ). 
LA PAROLA QUANDO Menta è falsa, autoritaria e tende ad usare la debolezza e mancanza di libertà interiore che il pensiero debole e la ignoranza agevolano . Quella parola mira ad indurre a non ascoltare, a non capire, a non interessarsi . Quella parola, qualora Menta, usa persino i propri limiti come schermo e chiusura, insegnando agli altri a fare altrettanto con l'esempio ( cattivo ).
SE qualcuno vi dirà " non si capisce quello che dice " e non dirà cosa perchè e quando e come, svelerà di non aver valutato nulla: avrete la prova che è uno che o vuole, o agisce inconsapevolmente per , conservare il potere ( altrui ), che si fonda sulla subalternità e la ignoranza delle masse .
E se qualcuno dirà " non si sente nulla" e voi avrete la prova diretta vostra che quanto serve a capire si ascolta e percepisce, volendo capire ed ascoltare per capire, avrete la prova che è sordo il suo cuore e vuol far essere sorda la coscienza e cieca la mente di tutti. ( con le debite eccezioni per le basse frequenze i suoni troppo disturbati, e i difetti di udito che la natura matrigna elargisce. 
IL POTERE VERO DEL PENSIERO E DELLA PAROLA, se poi è supportato anche da prove di diretto ascolto e percezione, che impattano su mente coscienza, cuore e corpo [ https://vimeo.com/75802420#t=318 ] , quando analizza e CONOSCE, vince . 
E' ALLORA che tenteranno di uccidere credibilità, valore , negheranno, sminuiranno, insegneranno persino a irridere e non curare .
E' ALLORA che dovremo emarginare chi perseveri nell'opera di disassuefare al vero ed alla conoscenza profonda uomini e loro coscienze, comunque sia travestito o vestito . 
E' ALLORA che i migliori dovranno agire per primi, dopo aver costantemente insegnato a tutti metodo, uso vero della parola e della mente.
ED E' ALLORA, e così, che tutti o la gran parte capiranno e si emanciperanno da sonno e ignoranza, grazie ed insieme a voi. ( il mancipium è il giogo che rende schiavi e la "e" indica che ci si sottrae al mancipium : " e-mancipare " ).
Oggi siamo in tanti a fare ciò ma prepariamoci a tempi ancor più duri, ora che colpita e svestita dalla PAROLA e DAL PENSIERO la bestia e l'Idra dai mille volti è mortalmente ferita e nuda
( Una concreta realtà complessa ma fluida, con molte strutture che lavorano trasversalmente per dirigere ed occupare gangli importanti dello Stato e controllare pezzi fondamentali della società , della informazione e della cultura ed una cupola sovraordinata trasversale che interviene direttamente nelle sole decisioni fondamentali e che è protetta e partecipata da servizi deviati e fatta, a livello nazional locale, di concreti pochi politici , magistrati, psichiatri, militari, avvocati , professionisti e qualche potente nascosto e meno visibile e appartenenti a clero deviato, individuati ed INDIVIDUABILI ).
 Un miracolo e' gia' avvenuto : noi insieme e ciascuno per conto proprio , abbiamo questo potere e non possono piu' togliercelo .
 Esercitatelo approfonditelo curatelo .
La armata del vero e della mente della parola che non Menta diverra' inarrestabile. 
Essere sovrani prima del vero sapere e della vera conoscenza utile a capire e a cambiare impattando la realtà concretamente, per poter ridare sovranità diretta ai popoli, per riprenderci la sovranità collettiva condivisa di uomini e donne, non nominandola ma operando con lucida determinazione in tutte le realtà ed in tutte le direzioni necessarie. 
Puri come le colombe ma astuti e lucidi come l'uomo che duemila e settecento anni fa volle riconquistare la sua casa occupata, rifiutandone  però gli inganni con cui fu piegata Troia.













IL POTERE DELLA PAROLA

Per Gorgia la parola ha il potere grandissimo di rovesciare anche le tesi più radicate e influire sui sentimenti e sul comportamento. Anche per Gorgia, come per Protagora, alla base della conoscenza c'è l'esperienza sensibile. Egli afferma che il piano dell'essere è intangibile:
  1. nulla è;
  2. se anche l'essere fosse, non sarebbe conoscibile;
  3. se pure fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile.
E ' suo l' "Encomio di Elena", uno dei testi classici della prima Sofistica, che assomma in sé ed esemplifica il potere della parola, l'attacco alla cultura tradizionale e il gusto quasi irridente di capovolgere i luoghi comuni e le certezze. Nell'opera Gorgia vuole liberare questa mitica figura di donna dall'accusa di essere responsabile della guerra di Troia, giustificandone il comportamento e dimostrando, invece, che mentitori sono i suoi accusatori. Quattro possibili ragioni - secondo Gorgia - possono giustificare il comportamento di Elena e farla ritenere non responsabile dei suoi atti :
  • la volontà del Caso e la decisione degli dèi;
  • il rapimento;
  • la persuasione con "incantesimi di parole";
  • l'amore, la sua "potenza divina".
È invece dovere dell'uomo sia dire direttamente ciò che è giusto, sia
confutare il contrario. E dunque è giusto opporsi ai calunniatori di
Elena, donna sulla quale si è imposta l'unanime testimonianza dei poeti,
accanto alla fama del nome, divenuto simbolo di un'esistenza tormentata.
Pertanto io voglio, svolgendo il discorso secondo un certo metodo logico, 
liberare dall'accusa lei, così diffamata, e, dimostrando
che i suoi accusatori dicono il falso, ristabilire la verità. (...)
Infatti, agì in quel modo o per cieca volontà del Caso, e meditata 
decisione degli Dèi, e disposizione della Necessità; oppure rapita per
forza; o indotta con parole; o presa da amore.
Se è valido il primo motivo, è giusto attribuire la responsabilità a chi
l'ha avuta, poiché non si possono impedire i disegni divini con la previdenza
umana. È, infatti, naturale non che il più forte sia ostacolato dal più debole,
ma che il più debole sia comandato e condotto dal più forte; e il più forte 
guidi, il più debole segua.  E la Divinità supera l'uomo in forza, in saggezza e
nel resto. Se dunque la colpa va attribuita al Caso e alla Divinità, Elena va 
liberata dall'infamia.
E se fu rapita a forza, violentata e offesa contro ogni legge e giustizia, 
è chiaro che la colpa è dell'autore della violenza e che la rapita, proprio 
perché vittima, subì una sventura (...).
Se poi fu la parola a persuaderla e a illuderle l'animo, neppur questo
è difficile a scusarsi e a giustificarsi: la parola è un gran dominatore,
che, con corpo piccolissimo e invisibile, sa compiere cose straordinarie;
riesce infatti a calmar la paura, a eliminare il dolore, a suscitare la gioia
e ad aumentar la pietà. E ora spiegherò come ciò avviene. È giusto, infatti, 
sottoporre la questione al giudizio degli ascoltatori: io ritengo la poesia
nelle sue varie forme un discorso con una tale musicalità, che chi l'ascolta è
invaso da un brivido di spavento, da una compassione che strappa le lacrime ,
da uno struggente desiderio di dolore,  e l'anima subisce, per effetto delle parole, 
una particolare emozione, ad ascoltare il racconto di situazioni felici o avverse,
relative ad eventi o a persone estranee. Ma via, torniamo al discorso 
precedente. Dunque, gli ispirati incantesimi di parole offrono gioia, liberano 
dalla pena. La potenza dell'incanto, infatti, aggiungendosi alla disposizine
dell'anima, la lusinga e  la trascina col suo fascino (...).
Ora spiegherò la quarta causa col quarto ragionamento. Se fu l'amore
l'elemento determinante, non sarà difficile a lei sfuggire all'accusa
dell'errore attribuitole (...). Se, dunque, lo sguardo di Elena, attratto
dall'aspetto di Alessandro, ispirò all'anima passione d'amore, quale meraviglia?
Se, infatti, l'Amore, in quanto dio, ha la divina potenza degli dei,  come potrebbe 
un essere inferiore respingerlo o resistergli? (...)
Come, dunque, si può ritenere giusto il disonore gettato su Elena, la quale,
sia che abbia agito come ha agito perché innamorata, sia perché lusingata 
da parole, sia perché rapita con violenza, sia perché costretta da imposizione divina,
in ogni caso è esente da colpa?
da Gorgia, Encomio di Elena, 2-21 (DK 82 B11)











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